Casa Phoebe è una Casa Rifugio ad indirizzo segreto, ai sensi dell’”Intesa tra il Governo e le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e le autonomie locali, relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, prevista dall’articolo 3, comma 4, del D.P.C.M. del 24 luglio 2014”. La struttura è una struttura dedicata che fornisce alloggio sicuro alle donne che subiscono violenza e ai loro bambini a titolo gratuito e indipendentemente dal luogo di residenza, con l’obiettivo di proteggere le donne e i loro figli e di salvaguardarne l’incolumità fisica e psichica.
Casa Phoebe è la prima che adotta, a livello nazionale, una visione trauma-orientata nell’approcciare le conseguenze della violenza nelle donne che sono ospiti della struttura.
Questa scelta organizzativa si basa su principi di buone prassi che tengano conto dei seguenti punti principali:
- Acquisire una conoscenza approfondita e multidisciplinare degli effetti della violenza in termini di traumatizzazione;
- Utilizzare tale conoscenza per costruire e pianificare interventi educativi e psicoterapeutici che si integrino in un’ottica multidisciplinare e che utilizzino strategie approcci che evitino o limitino il più possibile la ritraumatizzazione delle donne;
- Cambiare la visione delle ospiti da parte di tutte le professioniste che afferiscono e operano presso la Casa Rifugio, favorendo una concezione del trauma non semplicemente come un evento passato, piuttosto come un’esperienza che contribuisce e concorre allo stato psicoaffettivo attuale della donna;
- Considerare i sintomi come delle strategie di coping che sono state funzionali alla gestione dell’esperienza della violenza;
- Riconosce il rischio di traumatizzazione secondaria nelle operatrici che lavorano nella Casa e adotta buone prassi per prevenirne l’insorgenza.
Le destinatarie di Casa Phoebe sono donne che hanno subìto violenza e sono portatrici di fragilità genitoriali/sociali, per le quali è stata valutata la necessità di una protezione attraverso l’allontanamento dal domicilio abituale. La struttura può accogliere un massimo di 14 persone, tra donne e minori.
Annualità di riferimento: 2020 – in corso