Consigli di lettura: libri illustrati che vale la pena regalare o regalarsi
Come educare i più piccoli ai diritti umani, alla pace e al rispetto delle differenze? Per rispondere a questa domanda dobbiamo andare indietro con la memoria, farci piccoli, appunto. È probabile che, tra i vari ricordi, ci sarà quello di nostra madre che legge una storia, di nostro padre che se ne inventa una o del nonno che ci tiene sulle ginocchia incantandoci con avventure. E il nostro cuore proprio lì si è formato: tra le pieghe dei libri, tra le consonanti e le vocali, tra le immagini delle illustrazioni.
Il 10 dicembre è la giornata internazionale dei diritti umani, data in cui l’Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione universale dei diritti umani nel 1948, che dichiara i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere.
In occasione di questa data abbiamo pensato di condividere una piccola bibliografia davvero speciale: un insieme di libri illustrati dedicati all’infanzia e che toccano corde sensibili. Sempre, però, con la delicatezza del tratto leggero di una matita.
Visto che si avvicina il Natale, possono essere anche degli spunti interessanti per fare dei regali. Oppure per farsi un autoregalo: anche il nostro bambin* interiore ha bisogno di attenzioni!
Questi consigli di lettura sono stati condivisi con MondoDonna da Silvana Sola, esperta di letteratura dell’infanzia, co-fondatrice della libreria Giannino Stoppani e dell’Accademia Drosselmeier, insegna storia dell’illustrazione all’Università di Urbino. In occasione della prima edizione del Festival Rifletto Diritto, organizzato da MondoDonna Onlus lo scorso 3 dicembre, Sola ha raccontato il progetto BILL, la biblioteca della legalità che promuove l’educazione e la diffusione della lettura, perché le storie svolgono un ruolo fondamentale: sia nello sviluppare il ragionamento e il pensiero critico, ma anche perché ci fanno “entrare nelle cose” e ci aiutano a capire la realtà.
Ecco, quindi, alcuni titoli da mettere sotto l’albero di Natale:
- Mister Morris, di Pieralvise Santi e Angelo Bruno, edito da Ideestortepaper. Mister Morris era miope e come tutti i miopi vedeva a modo suo. E proprio perché la sua vista era ridotta, è un personaggio perfetto per sentire e fare esperienza dell’accoglienza.
- La crociata dei bambini. Era il 1939 quando accadde la storia raccontata da La crociata dei bambini, era il 1942 quando Bertolt Brecht la scrisse, ma è oggi che questa storia, nella sua essenza di metafora e persino nel suo terribile realismo è ancora vera. Edita da Orecchio Acerbo con le illustrazioni di Carme Solé Vendrell e la traduzione di Daniela Almansi, in collaborazione con Amnesty International Italia.
- Il bambino del Tram, di Isabella Labate, Orecchio Acerbo edizioni. Emanuele dorme: è l’alba quando sua madre esce di casa per avvisare il marito che nel ghetto sono arrivati i tedeschi. Emanuele, svegliatosi per il trambusto, la vede dalla finestra che, sotto la minaccia di un mitra, sale su un camion tedesco. Corre per raggiungerla, ma lei con un calcio lo allontana. Da solo, disperato sale su un tram, la circolare, da cui scenderà solo dopo tre giorni. A quasi settant’anni dal rastrellamento del ghetto di Roma, una delle più commoventi storie del 16 ottobre 1943.
Un racconto potente, direttamente distillato dalle parole del protagonista, Emanuele Di Porto. Un libro per non dimenticare il cuore di una grande città in quell’autunno ferito e feroce. E per riflettere, una volta di più, su chi siamo e su chi eravamo.
- Tre in tutto, di Davide Calì, illustrazioni di Isabella Labate, sempre di Orecchio Acerbo edizioni. Una storia fantastica. Una storia vera. La storia di circa settantamila bambini del sud Italia che, finiti il fascismo e la guerra, salirono sui “treni della felicità” per raggiungere, al nord, famiglie di contadini, operai, impiegati che li salvarono da un destino di fame, povertà, malattia. È un bambino a raccontare: la guerra attraverso i boati delle bombe e il fischio delle sirene; la fame; il primo, lunghissimo, viaggio in treno; i canti partigiani e l’incanto del mare e della neve visti per la prima volta. La disperazione per la separazione dal fratello. “E poi, tante signore gentili”. Lo stupore per i due pasti al giorno. Il calore di queste “altre mamme” e le lacrime per la separazione al ritorno a casa, al sud. La gratitudine e l’amore.
- Io sono il mio nome, di Alessandro Riccioni per Carthusia. Io sono il mio nome racconta ai bambini i diritti al nome, alla dignità, al futuro. Un racconto poetico ed evocativo per accompagnare, attraverso la forza di un nome proprio di persona e le tante sfumature delle lettere che lo compongono, il difficile e lungo viaggio di un bambino che lascia la propria patria e il calore di ciò che conosce in cerca di una nuova casa.
- Oltre il giardino, di Chiara Mezzalama, illustrazioni di Regis Lejonc, traduzione di Paolo Cesari, edizioni Orecchio Acerbo. Il padre di Chiara è ambasciatore a Teheran negli anni della rivoluzione islamica, in piena guerra con l’Iraq. Di lì a poco l’intera famiglia lo raggiunge: ma l’Iran è un paese lontano e sconosciuto agli occhi di un bambino. Gli affetti, i giocattoli, il cucciolo, la dimora con il giardino da fiaba rappresentano per Chiara il dentro, sicuro e accogliente, ma il fuori è ben altro: è la città nera dove soldati dalle lunghe barbe scure sono armati fino ai denti. È la guerra che le fa tanta paura. Fino al giorno in cui, oltre il cancello, lo sguardo di Chiara incrocia quello di Massoud…